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La ricerca di “nuovo pacifismo” emerge ancora con prepotenza nel terribile scenario ucraino. Un potente invasore, dotato di armi nucleari, aggredisce un popolo libero e indipendente all’interno di confini riconosciuti dalla comunità internazionale. Non solo, la Federazione Russa dispone del potere di veto al Consiglio di sicurezza ONU e, nonostante le condanne pervenute, non riconosce alcuna sua responsabilità dell’aggressione che, con chiara ostentazione manipolatoria, chiama “operazione speciale” al pari di un’operazione di polizia interna. Marce, digiuni, petizioni, condanna degli armamenti, cosa dicono di concreto alla resistenza ucraina, alla popolazione civile che non vuol cedere la propria terra all’usurpatore della loro esistenza? Cosa dicono i nostri appelli ad anziani, donne e bambini che hanno visto le violenze di Bucha, Irpini, Mariupol? Questi nuovi europei cosa si aspettano dal pacifismo oggi?

Rileggere Langer a Kyiv interroga non poco. Il disarmo degli aggrediti non è uguale a quello degli aggressori. Il digiuno dei pacifisti non sazia la fame di giustizia degli oppressi.

La nonviolenza langeriana non è spiritualismo, non è neanche filosofia o opzione mistica, è azione politica, è azione trasformativa nei contesti del conflitto. Allora che si fa? Come MEAN, sulla spinta di Langer e di altri politici e formatori europei, come La Pira, don Milani, De Gasperi, Schuman, don Mazzolari, abbiamo scelto di partire con la nostra debolezza, abbiamo scelto di andare in Ucraina per dire “non sappiamo neanche noi come fermare l’aggressione, ma siamo qui con voi”.

In vista della prossima manifestazione in Ucraina del MEAN “Non possiamo più tacere” (11-12 luglio, Kyiv) un gruppo di amici di Alex, di studiosi dei conflitti e attivisti della nonviolenza e del pensiero langeriano, coordinati da Pinuccia Montanari, hanno commentato alcuni scritti di Alex Langer.

Una delle grandi capacità di Alexander Langer fu quella di rimettersi di continuo in discussione e in movimento, interrogando in profondità se stesso e il mondo a seconda dei contesti storici e geografici in cui si trovava a operare.

La sua straordinaria intuizione dei Corpi Civili di Pace era ispirata a creare le condizioni affinché gli abitanti delle zone di crisi, e in pericolo di guerra, potessero diventare i protagonisti di un processo di rigenerazione sociale, economica, civile del loro terri­torio e di gestione creativa delle divergenze.

Il ricavato dei diritti di autore sarà interamente devoluto al MEAN.

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