Nel 2018 Salvini era ministro dell’Interno e sul caso Open Arms non ha fatto altro che portare avanti ciò che aveva promesso.
Solo che ciò che aveva promesso era contra legem.
Lo scontro vero non è, e non era, dunque tra l’ideologia di Salvini e la magistratura, ma tra il potere esecutivo ed il potere legislativo.
Salvini dimentica che nel 2018 con il suo 17% non aveva i numeri per cambiare le leggi italiane vigenti in materia di salvataggio in mare, per cambiare la Costituzione, per ignorare le regole europee, per modificare la Dichiarazione Universale dei Diritti umani promulgata a New York nel 1948. Non aveva neanche i numeri per modificare la consuetudine antica del “diritto del mare”, che è anch’essa fonte di legge, secondo cui gli uomini a mare vanno obbligatoriamente salvati da chi può farlo.
È chiaro a tutti che il politico, più che il ministro, voleva mostrare i muscoli italiani contro 150 persone povere, lo aveva detto, lo ha fatto. Ciò che oggi dispiace, però, è il fatto che pare che lo stesso non fosse pronto ad andare in galera per la sua opera di disobbedienza alle leggi.
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