Si prevede all’orizzonte una prima forma di “esercito europeo” nel 2025 di 5000 militari? Bene, allora prevediamo fin da adesso che l’UE si doti di un corpo civile di pace che sia quanto meno finanziato e sostenuto nella stessa misura. Gli impegni dei tanti europarlamentari incontrati, italiani ed europei. La cronaca della missione del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta a Strasburgo
Lunedì 17 aprile, alle 21,30, in un’aula pressoché deserta Alviina Alametsä, europarlamentare verde, finlandese presenta la Relazione sull’attuazione della PSDC civile e di altre forme di assistenza dell’Unione in materia di sicurezza civile (qui), che sarà votata la mattina del 18 a larga maggioranza.
Con Angelo Moretti, motore instancabile e intelligente del Mean, Marianella Sclavi, autorità internazionale nelle teorie e pratiche dell’ascolto attivo e dei percorsi di pacificazione e Paolo Bergamaschi, sino a fine 2019 advisor dei verdi europei sulla politica estera, avevamo deciso di essere lì proprio in quel momento, nelle giornate in cui la difesa civile e le strategie di pacificazione erano finalmente messe a tema dopo la sfilza di risoluzioni del Parlamento europeo capaci solo di parlare di guerra e di armi.
Eravamo lì per proporre agli europarlamentari, di fronte alla guerra di aggressione russa, le due domande che ci poniamo da oltre un anno: “Come avremmo potuto evitarla?”, “Cosa fare per porre fine alla guerra al più presto senza perpetuare le condizioni che l’hanno resa possibile?”
Con il proposito di uscire da un dibattito forviante quanto astratto polarizzato sull’opportunità o meno dell’invio delle armi per concentraci su una possibile iniziativa politica che possa favorire processi di vera pacificazione.
Chi sa che, come ricorda la Relazione: “ l‘UE attualmente conduce 12 missioni civili e che, in 20 anni di gestione civile delle crisi, ha avviato 24 missioni in tre diversi continenti” ? Chi sa che anche attualmente in Ucraina c’è una missione civile dell’UE EUAM Ucraina con 79 membri?
Rispondiamo in coro: Nessuno. Sono presenze frammentate, non comunicate, fragili nei finanziamenti e nei rapporti istituzionali. Eppure, la domanda di gestione civile delle crisi è aumentata, le missioni civili sono fondamentali nel più ampio quadro della risposta dell’UE alle sfide in materia di sicurezza con ricorso a mezzi non militari e richiedono una formazione e capacità operative efficaci per stare al passo con l’evolversi del contesto di minaccia a est e a sud dell’Europa; le missioni civili sono un braccio essenziale della PSDC (Politica di Sicurezza e Difesa Comune), questo sottolinea la Relazione.
Che al pari sottolinea come “in Europa, di recente la spesa dell’UE per la difesa sia aumentata in modo significativo, ma si rammarica che i finanziamenti per la PSDC civile non abbiano fatto altrettanto”. E per questo “chiede che la nuova bussola strategica doti le missioni della PSDC di ambizione politica e strategica e delle capacità e delle risorse necessarie per dare vita a cambiamenti positivi”. (La Relazione completa potete leggerla qui)
Non poteva esserci frangente migliore per noi che chiediamo che i Corpi Civili di Pace, sempre accennati timidamente dopo la grande proposta di Alex Langer nel 1994, e mai veramente attivati, escano finalmente dalla retorica per entrare nella carne viva di un mondo in conflitto, che ha un grande bisogno del sogno europeo, ma anche di una pratica di pacificazione civile che solo l’Europa può portare. Si prevede all’orizzonte una prima forma di “esercito europeo” nel 2025 di 5000 militari? Bene, allora prevediamo fin da adesso che l’UE si doti di un corpo civile di pace che sia quanto meno finanziato e sostenuto nella stessa misura.
Con questa richiesta e la proposta di una convocazione entro l’estate di una “Conferenza Europea sui criteri per la istituzione e per la operatività dei Corpi Civili di Pace Europei” in una città ucraina con protagonisti i costruttori di pace sia istituzionali che non governativi con esperienze significative sul campo per ascoltarli e capire come sviluppare un quadro forte di azioni civili per la pace, abbiamo incontrato numerosi europarlamentari. Portando la spinta delle tante organizzazioni italiane e ucraine e delle oltre mille firme in 4 giorni alle nostre proposte, in un Palazzo dove l’imperativo è discutere, incontrarsi. Insomma, la democrazia.
Due giornate piene di incontri e di confronti. Le due vicepresidenti del Parlamento europeo, Pina Picierno, italiana, e Heidi Hautala, finlandese. Neppure Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza è riuscito ad evitarci e a non nascondere il suo interesse sincero, grazie al contributo fondamentale di una europarlamentare italiana, Patrizia Toia, parlamentare e attivista Mean ad honorem ormai.
Tra i parlamentari Viola Von Cramon Taubadel, parlamentare verde tedesca, vice-presidente della Commissione esteri vice-presidente e responsabile della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con il Parlamento Ucraino. Ovviamente la giovane relatrice sull’attuazione della PSDC civile la verde Alviina Alametsä, tra i popolari Massimiliano Salini di Forza Italia, Ignazio Corrao, dei verdi, Fabio Massimo Castaldo del Movimento 5 Stelle. Infine una numerosa delegazione di europarlamentari dei Socialisti e Democratici: Franco Roberti, Piero Bartolo, Alessandra Moretti, Mercedes Bresso, Massimiliano Smeriglio, Giuliano Pisapia, Achille Variati, Brando Benifei, Daniela Rondinelle e con loro Patrizia Toia, vera animatrice della nostra presenza a Strasburgo.
Da tutti un ascolto attivo, il gradimento su una proposta che valorizzi e implementi con finanziamenti e strumenti adeguati il ruolo delle missioni civili europee, direi anche la gratitudine per poter toccare corde di pace in un Parlamento che con tanti mal di pancia ha parlato sino ad oggi solo di armi. Da tanti la disponibilità ad accompagnare la proposta con iniziative parlamentari e a farsi parte attiva per la Conferenza in Ucraina di ascolto dei partecipanti alle missioni civili.
Ora la richiesta è al Consiglio di includere il progetto di CCPE (Corpi Civili di Pace Europei) nel nuovo Civilian CSDP Compact (Patto sulla dimensione civile della PSDC) che sarà presentato entro giugno, e al governo italiano (la prossima missione la faremo nel Parlamento italiano), in particolare, di sostenere questa proposta.